di storia
di Rovereto
ll popolo numerato è il punto di arrivo della lunga stagione di ricerca sulla seconda guerra mondiale, che ha avuto inizio con Il Diradarsi delloscurità (2009/2010), la trilogia che racconta per immagini e memorie la storia del Trentino e dei trentini durante quel conflitto, e che si è poi rivolta ai civili deportati in Germania, ricostruendone le biografie in Almeno i nomi (2013).
Ora si può indicare - con accettabile grado di approssimazione - la consistenza numerica complessiva della deportazione trentina:
- Deportati oltralpe: 210 (di cui 52 transitati dal lager Bolzano)
- Rimasti a Bolzano: 159
- Complessivamente 369
Il lager di Bolzano rappresenta dunque uno snodo cruciale nella vicenda della deportazione dei trentini (da qui la necessità di concludere la ricerca).
A differenza dei deportati oltralpe, individuare quelli "rimasti" a Bolzano e ricostruirne le biografie si è rivelato un compito piuttosto arduo: la scarsità di documenti "ufficiali", la percezione diffusa nei superstiti di aver patito un trattamento meno disumano rispetto a quello inflitto ai deportati oltralpe, e, non ultimo, una certa difficoltà per i trentini nel fare i conti con un periodo pieno di ambiguità e di "zone grigie", hanno portato la ricerca su un terreno difficile, talvolta scivoloso.
L'opera presenta un tassello della nostra storia, se non risolto, indagato con un approccio più sereno e obiettivo rispetto a quanto è stato scritto e detto (o non detto) finora.
Le 159 schede biografiche, 130 delle quali corredate da fotografia, costituiscono un corpo di altrettante vicende individuali e ciascuna di esse declina in modo di volta in volta diverso alcuni tratti che le contraddistinguono sia pure in misura variabilissima: l'opposizione al nazifascismo, l'emarginazione, l'emigrazione prima e dopo la deportazione, il ruolo femminile, e via dicendo. In definitiva uno spaccato della nostra storia recente, ingiustamente trascurato, spesso non compreso o male interpretato.