Emblema del nazionalismo italiano durante il fascismo. Figura di riferimento della politica di "italianizzazione" del Sudtirolo. Arrestato da nazisti a Gleno (BZ) il 9 settembre 1943, il giorno dopo entra nel carcere di Innsbruck. Il primo ottobre è trasferito dal carcere di Innsbruck nel lager di Dachau, dove giunge il 2 ottobre ed è immatricolato con il num. 55903. L'8 gennaio 1944 è trasferito nel sanatorio "Tannenhof" a Friedrichsroda (Turingia). Nel maggio 1945, sfollato a Blankenburg (Harz), è liberato dagli americani. Rilasciato il 18 maggio, è trasferito a Saalfeld (Turingia) in zona d'occupazione sovietica, nel settembre 1945 aiutato da amici riesce a tornare in Italia. Muore a Roma nel 1952.