di storia
di Rovereto
A diciannove anni è arruolato nel CST, formazione di polizia sotto il comando tedesco, 2° Btg. 6° Compagnia con base a Fucine in Val di Sole. Inviato in servizio al Passo del Tonale, il 9 settembre 1944 abbandona il reparto, raggiunge Tiarno attraverso le montagne e si nasconde nei fienili. Per evitare ritorsioni contro il padre, si costituisce al Comando del CST di Trento. Rinchiuso nelle carceri di Trento, verso la metà di dicembre del 1944 è processato a Trento da una corte militare tedesca, condannato a 7 anni di lavori forzati, quindi deportato in Germania, direttamente assegnato al lavoro coatto in un campo di punizione a Allach, dipendente da Dachau. Lavora allo sgombero delle macerie e alla bonifica degli ordigni inesplosi. Liberatosi ad Allach nell'imminenza dell'arrivo degli americani, è raccolto dalle autorità alleate e condotto in un centro di quarantena nei pressi di Stoccarda. Fa ritorno a casa nel giugno 1945. Coniugato con Sandra Francesconi, avrà quattro figli. Risiede e lavora a Rovereto, dove crea una piccola industria alimentare. Non è chiara la ragione per cui dalle fonti concentrazionarie risulta immatricolato a Dachau il 4 maggio 1945, data posteriore alla liberazione del campo, con il numero 162004, forse "regolarizzato" dagli americani che lo hanno preso in consegna. Muore a Rovereto il 2 maggio 2015.
Laboratorio di storia di Rovereto (intervista del 4 aprile 2012)
Archivio di Stato Trento (Distretto militare - Foglio matricolare 29543)
Guido Tomasi "La storia del Corpo di sicurezza trentino", Rovereto 2000
Mantelli-Tranfaglia "Il libro dei deportati", Milano 2009