di storia
di Rovereto
Nasce a Raossi di Vallarsa nel 1908 in una famiglia contadina e sarà lei stessa contadina. Il 28 marzo 1945, sposata e madre di quattro bambine, viene arrestata su delazione, assieme al marito Eugenio Stofella, per aver soccorso e nascosto in casa Valter Pianegonda, giovane studente di Valli del Pasubio e partigiano della “Garemi”, ferito in uno scontro a fuoco con i tedeschi nell’autunno precedente. Tradotti a Rovereto e interrogati, il marito viene rilasciato, mentre lei è trasferita a Bolzano, prima nella sede della Gestapo, poi nel campo di via Resia (matricola 10723). Viene liberata il 29 aprile e ritorna a piedi al paese: “L’ho vista arrivare – racconta la figlia Sira – con un liso pellicciotto di gatto, che qualche buonanima le aveva regalato all’uscita dal campo, e le ciabatte. Le mancavano tutti i denti davanti… ha portato i segni dell’internamento per il resto della sua vita, sul corpo e nella testa. E forse ancor più ha sofferto, e abbiamo sofferto, dell’ingratitudine di chi da lei era stato aiutato”.
- Dario Venegoni, Uomini, donne e bambini nel lager di Bolzano, Milano 2005
- Testimonianza raccolta a cura dell'Archivio Storico della Città di Bolzano
- Laboratorio di storia di Rovereto, Il diradarsi delloscurità, Rovereto 2010 (III/431)
- Laboratorio di storia di Rovereto, intervista alla figlia Siria, Vallarsa 2009